Scheletri di palazzi, giostre fantasma, una natura malata che dà vita ad animali mutanti: è questa Chernobyl oggi. Un luogo devastato dallo scoppio della centrale nucleare del 26 aprile 1986.
Le scorie nucleari hanno non solo devastato la natura e gli uomini di allora ma hanno maledetto il luogo, rendendolo tutt’oggi uno scenario apocalittico in cui avventurarsi è pericoloso. Le radiazioni, infatti, sono ancora troppo alte e lo saranno ancora a lungo. Ciononostante, da due anni a questa parte, Chernobyl è diventata meta di un turismo “estremo”. Sono in 60.000 fino ad oggi coloro che si sono recati nel cuore del disastro atomico per vedere e conoscere, nell’illusione di essere al sicuro.
26 aprile 1986 ad oggi: vittime nucleari silenziose
Quel 26 aprile 1986, il Reattore 4 esplose, inquinando quella zona ed il mondo per sempre e iniziando a porre fine, secondo molti, all’ URSS. I sistemi erano obsoleti, la gente non era protetta e si usava materiale nucleare con tanta, troppa leggerezza. Le colpe dell’URSS si sono però spinte anche oltre. Oltre 300.000 persone sono state costrette ad evacuare la zona perdendo la loro casa ed il lavoro ma anche vita e salute. Sarebbe importante, a livello umano e storico, comunicare il numero esatto delle vittime. Non possiamo farlo, però. Le vittime stimate – liquidatori, bonificatori e lavoratori – sono ufficialmente 65 ma il vento ha portato la nube tossica lungo un’area di 200.000 km quadrati e le piogge hanno diffuso le radiazioni atomiche di morte su un’area vasta. Proprio le radiazioni nucleari, inoltre, sono infide. Non c’è, infatti, solo chi è morto nell’immediato ma ancora oggi si stanno verificando effetti a lungo termine, come bambini nati deformi, persone che non sono morte ma sono malate, cancri e leucemie che si formano e uccidono a causa dello scoppio di Chernobyl. Alcune stime calcolano quasi un milione di vittime, fra morti e malati lungo il corso temporale che conduce sino ad oggi. Anche questo, però, sarà un segreto che Chernobyl si porterà con sè. Parliamo della causa di questo male. Il Reattore 4 rimane, infatti, una minaccia costante, fissando l’area devastata come una matrioska di morte. Per metterlo in sicurezza, già all’epoca, il reattore fu soffocato sotto un sarcofago di cemento ed un altro è stato aggiunto nel 2006. Potrebbe, però, essere necessario un ulteriore strato.
Chernobyl oggi: fra scorie nucleari e turisti
Le guide locali organizzano dei tour di pochi minuti e con pause per evitare che le persone vengano contaminate. Non si può mangiare, a Chernobyl. Non ci si può sedere, nè indossare abiti leggeri e scarpe aperte e soprattutto non si può portare via nessuno di quegli oggetti che sono rimasti intoccati, abbandonati dal 26 aprile 1986, come ricorda un calendario ancora appeso. Il tempo, lì, è rimasto immobile e gli oggetti sono rimasti ad aspettare dei proprietari che non sono mai più tornati. Gli edifici sono ridotti a scheletri, semidistrutti dalla tragedia. Si trovano in giro bambole, giochi, vestiti e oggetti dei volontari che sono corsi ad aiutare a sgomberare e costretti a fuggire per non essere devastati e uccisi dalle fortissime radiazioni nucleari: effetti personali caduti e rimasti abbandonati nel silenzio sino ad ora. I tour operator monitorano le radiazioni con uno strumento ma si tratta di un’illusione. Le radiazioni nucleari sono troppo alte per rimanere lì senza problemi ed il perimetro di 30 km intorno alla “zona di alienazione” non basta a tenerle lontane. Il silenzio colpevole in cui Chernobyl è stata avvolta, intrisa dalle sue radiazioni nucleari viene così interrotto da curiosi incuranti del pericolo.
I nuovi abitanti di Chernobyl
Nonostante la zona sia estremamente pericolosa, ci sono anime vive che vanno a tenera compagnia ai fantasmi di Chernobyl. Pripjat, la cittadina sovietica a 10 km da Chernobyl conta oggi 2.000 abitanti. Sono i giovani disoccupati locali che, attratti dall’alto stipendio, non si curano della propria salute e lavorano lì come addetti ai lavori. Il governo li fa rimanere pochi mesi prima di farli “disintossicare” e sottoporre a visite mediche ma anche in quel caso, si tratta di una manovra per pulirsi la coscienza. Gli scienziati, infatti, hanno dichiarato che Chernobyl è troppo pericolosa per stare lì sino almeno al 2080. Il perimetro aperto, inoltre, è vago ed indefinito. Oltre agli addetti ai lavori, qualche anno fa, le guardie avevano scoperto qualche senzatetto che si era avventurato sin lì, in seguito allontanato. Non rimangono, allora, che alcuni animali a fare visita alla città nucleare, molti di loro resi deformi dalle radiazioni.
La Natura
Le scorie nucleari hanno devastato Pripjat. Ora sono rimasti solo i palazzi monchi. Il parco divertimenti, mai usato, rimane lì a fissare i visitatori con un sospiro di rammarico, tristemente abbandonato. La natura, come una vendetta contro Chernobyl, si è ripresa il suo territorio, avendo il sopravvento sull’opera umana di quei quartieri fantasma. é, però, una natura malata, una paurosa estensione della “Foresta Rossa” vicino a Chernobyl, resa rossa dalle radiazioni che hanno maledetto quel posto ed i suoi abitanti: qualche cervo, cane randagio ed orso che, appena si avvicina alla zona, si affretta a fuggire. Chernobyl rimane un posto da cui è meglio rimanere lontani, lasciando che riposi in pace ed espii il suo peccato per molti anni ancora.
Silvia Giorgi – Trapani Post