Introducevano droga e telefoni cellulari all’interno del carcere di Trapani, una vera e propria rete ben articolata che era in grado di introdurre all’interno della casa circondariale qualsiasi cosa.
I carabinieri del Comando provinciale di Trapani e il personale del Nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria stanno eseguendo in queste ore misure cautelari disposte dal giudice per l’istruttoria preliminare del tribunale di Trapani nei confronti di ventiquattro persone. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trapani, ha accertato attraverso le indagini che all’interno del carcere della città entravano ingenti quantitativi di droga e telefoni cellulari. Gli indagati, tra cui alcuni pubblici ufficiali, rispondono a vario titolo, di corruzione, spaccio di droga, abuso d’ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, evasione e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.
Per 17 indagati è stato disposto il carcere, per 5 gli arresti domiciliari e per 2 l’obbligo di dimora. Gli arresti sono stati eseguiti a Trapani, Palermo, Benevento, Bari, Porto Empedocle (Ag), Mazara del Vallo (Tp) e Avola (Sr).
“Il carcere di Trapani “Pietro Cerulli” era un luogo ‘benedetto’ dai detenuti. I reclusi lo indicano come luogo dove si tengono atteggiamenti tolleranti di alcuni agenti della polizia penitenziaria che davano la propria compiacente collaborazione”. Lo ha affermato il procuratore capo di Trapani Gabriele Paci nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’operazione Alcatraz che ha portato all’esecuzione di 24 misure cautelari. E’ stato accertato che alcuni tratti del muro di cinta della casa circondariale non erano videosorvegliati e questo consentiva di introdurre anche palloni contenenti microtelefoni e droga. Tra gli indagati due detenuti condannati con sentenza definitiva per omicidio, uno appartenente alla Sacra Corona unita e uno alla camorra. I due erano in contatto con un agente penitenziario oggi detenuto e reggevano il “traffico” di droga e telefonini con il carcere. I fatti si riferiscono a un periodo compreso fra il 2018 e il 2022. Due persone detenute in un’altra casa circondariale, in una intercettazione, fanno riferimento al “Cerulli” e commentano che a Trapani è molto facile portare droga e cellulari. “Un’indagine molto complessa , approfondita di una situazione grave e di un malcostume diffuso e conosciuto” ha detto il procuratore Paci.