In esecuzione di un provvedimento della Procura della repubblica di Marsala, i carabinieri hanno sequestrato beni mobili e immobili a Vincenzo Fabio Licari, 47 anni, uno degli 11 indagati nell’operazione antidroga “Fox” dello scorso 10 maggio (traffico e spaccio di cocaina sull’asse Catania-Marsala). Tra i beni ai quali sono stati posti i sigilli, anche il bar Pieruccio sulla via Salemi, accanto l’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala.
Secondo gli investigatori, il bar e gli altri beni sequestrati sarebbero il provento del traffico di droga o comunque hanno un valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato dall’indagato. Licari, infatti, disoccupato e percettore del reddito di cittadinanza, secondo l’accusa, avvalendosi di prestanome o parenti stretti per eludere le indagini patrimoniali, avrebbe avuto la diretta disponibilità, insieme alla moglie, di due immobili, una casa su tre livelli e il chiosco adibito a bar, peraltro costruiti abusivamente, e vari beni mobili (due auto e due ciclomotori), di valore non giustificabile rispetto ai redditi dichiarati. Il bar abusivo ufficialmente è di Aldo Vinci, gestito con il figlio Francesco.
I Carabinieri ritengono, tuttavia, di essere riusciti a dimostrare la riconducibilità dei beni a Licari attraverso la minuziosa analisi del suo stato patrimoniale “ufficiale”, a documentare una presunta netta sproporzione tra la ricchezza dichiarata e quella reale: i redditi “leciti” del nucleo familiare dell’indagato e della moglie, complessivamente valutati per il periodo compreso tra il 2017 e il 2021, non sarebbero stati sufficienti “neppure a far fronte alle esigenze primarie di vita, a fronte invece di un patrimonio immobiliare (ed anche economico-finanziario) particolarmente ingente”.