Il 20 febbraio 2022 il Comune di Misiliscemi festeggerà un anno di vita, ma la sua storia ha inizio circa 20 anni fa e affonda le radici nell’Emirato di Sicilia. Il nuovo Comune nasce da istanze separatiste espresse da 8 contrade appartenenti al Comune di Trapani, situate sulla costa pianeggiante tra Marausa, Palma e Salinagrande e sulle zone collinari più interne di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande e Pietretagliate. Riunitesi nel 2005 sotto la guida dell’Associazione Misiliscemi, le contrade volevano reagire allo stato di degrado del territorio, conseguenza dello storico abbandono di quelle zone, considerate da sempre estrema periferia del Comune di Trapani. I separatisti lamentavano l’assenza di fognature e di acqua corrente, e l’inesistenza di qualunque servizio sociale ed essenziale; carenze inaccettabili su un territorio ricco di patrimoni artistici e naturalistici, e con una popolazione di circa 8.700 abitanti che triplica durante i mesi estivi. Dopo anni di lotte e attese burocratiche nel 2018 un referendum consultivo dice “si” all’autonomia e sancisce la nascita di Misiliscemi, il 25esimo Comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani.
Origini del nome
Misiliscemi è il nome del ricco torrente che anticamente scorreva nel territorio, ad una altezza di circa 100 metri sul livello del mare. Nasceva dall’ altura di Misiliscemi e sfociava nel Mar Mediterraneo nei pressi della salina San Francesco. Il nome deriva dal termine arabo Masil al-Escemmu, nel quale Masil vuol dire “dove si scende da cavallo” e al-Escemmu “luogo elevato dove scorre l’acqua”. I Manzil erano dei casali (abitati da poche famiglie) adibiti a luoghi di sosta, veri e propri punti di ristoro durante un viaggio. Tutto il territorio siciliano compreso tra le attuali città di Licata, Marsala e Termini Imerese (il cosiddetto Vallo di Mazara) venne punteggiato da queste strutture durante il glorioso emirato di Giafar II (emiro dal 998 fino al 1019). Stimato dagli storici e definito il “Lorenzo il Magnifico” della rinascenza araba in Sicilia, Giafar II era amante della pace, e oltre a favorire lo sviluppo architettonico e culturale dei grandi centri abitati, mostrò attenzione nei confronti della campagna siciliana, creando tra l’altro delle stazioni di posta, e ristrutturando, allargandola, la fitta rete di Manzil.
Zona strategica dell’emirato
L’altura di Misiliscemi era una zona strategica: controllava le vie di accesso a Trapani e Palermo e fungeva da snodo per il trasporto di merci provenienti dai due porti fortificati di Marsala e Mazara. La quasi totale assenza di vere e proprie strade rese necessaria la creazione di tracciati fissi, percorsi che collegassero i vari punti del Vallo nella maniera più diretta possibile e lungo i quali si potesse riposare ed abbeverarsi. Nell’altura di Misiliscemi, sulle orme della vecchia Consolare Romana, nacque così la Via Araba, lungo la quale sorsero tre grandi Manzil: Misilcharari (oggi Fontanasalsa), Misiligiafari (Manzil-al-Giafar, Manzil di Giafar) e Misiliscemi. Di questi strategici Manzil restano due splendide testimonianze architettoniche: la torre di Misiligiafari e quella, praticamente intatta, nel cuore dell’antico “tenimentum” arabo di Misiliscemi, con la sua forma quadrata, i suoi merli guelfi e le sue piccole finestre a forma ogivale.
Il futuro di Misiliscemi
Le istanze separatiste che hanno portato all’istituzione del Comune di Misiliscemi sono nate da una necessità e una urgenza di definire e migliorare la condizione di una popolazione che si identifica col suo territorio. Secondo l’Associazione Misiliscemi, lo scopo è quello di promuove, attraverso l’autonomia amministrativa, lo sviluppo civile, culturale, economico e sociale di una comunità, nel rispetto del proprio patrimonio storico, paesaggistico e culturale. Oggi il Comune è ancora in amministrazione straordinaria, in attesa delle elezioni amministrative di quest’anno che definiranno, finalmente, il consiglio comunale. Non resta allora che augurare, a coloro che verranno eletti, di trovare una ispirazione in Giafar II, quell’emiro lungimirante che, più di mille anni fa, valorizzò e definì l’altura di Misiliscemi.
Elena Di Maio – Trapani Post