All’alba di oggi il nucleo Cites dei Carabinieri Forestali preleverà la testuggine palustre siciliana custodita per mesi nell’ufficio giardini di Villa Margherita e la rilascerà in uno stagno individuato nelle zone umide di Mazara del Vallo. La scelta, ufficializzata dall’assessore comunale alla Tutela degli Animali Andrea Vassallo, pone fine a una vicenda che da settimane incendia il dibattito politico trapanese. «Domani la tartaruga torna in natura, punto. Non intendo alimentare altre polemiche», ha scandito Vassallo, respingendo le accuse di gestione opaca.
In Consiglio comunale, però, il caso è tutt’altro che archiviato. Il consigliere di Fratelli d’Italia Nicola Lamia ha depositato un documento protocollato che certifica l’affidamento dell’animale «al custode della Villa il 4 settembre 2023, in locale chiuso non accessibile al pubblico». Per Lamia, la carta smentisce l’assessorato, che aveva parlato di una custodia di «qualche mese». L’esponente d’opposizione ha rimproverato la Giunta anche per il silenzio istituzionale: «Nessuna risposta formale, solo post su Facebook. Chi non sa gestire una tartaruga come può governare una città?». Le sue parole sono riecheggiate in un’Aula mezza vuota: gli assessori competenti, convocati per chiarimenti, erano assenti, circostanza che ha esasperato i toni.
Vassallo, a distanza, ha però difeso la linea seguita. L’esemplare era stato trattenuto per escludere che si trattasse di una Trachemys scripta, specie invasiva vietata dal 2019; martedì un veterinario incaricato dal Comune ha attestato che la testuggine – una Emys trinacris, specie autoctona – è sana e può essere reintrodotta. Il referto ha attivato la procedura con i Forestali, culminata nel via libera al rilascio di stamani.
Il rettile, divenuto suo malgrado icona di un braccio di ferro tra Maggioranza e opposizione, tornerà così nel suo habitat naturale, mentre a Palazzo d’Alì restano le scorie di uno scontro destinato a proseguire. Lamia annuncia nuovi accessi agli atti per chiarire tutte le tappe della permanenza dell’animale nella struttura comunale; Vassallo replica di avere «operato correttamente e nell’esclusivo interesse della fauna protetta». Il blitz dei Cites chiude la parte naturalistica della storia, non quella politica: a Trapani la “questione tartaruga” continuerà a scivolare tra banchi e corridoi, simbolo di una dialettica amministrativa che, da semplice dissenso, si è trasformata in terreno di battaglia permanente.


