Una culla per la vita.
Negli ultimi anni i casi di abbandono dei bambini hanno avuto un incremento notevole. Nelle notizie di cronaca, al giorno d’oggi, questo fenomeno è sempre più diffuso. I neonati, di frequente, vengono abbandonati in luoghi pubblici, vivi o, a volte, trovati anche senza vita. Spesso le cause di tutto questo sono dovute ad una mancanza e ad una difficoltà economica che non permette alle madri di poter crescere, in maniera sana, i propri figli. Così, si arriva al caso di abbandono, dettato dalla disperazione di non avere le possibilità necessarie per regalare una vita degna.
All’interno della cronaca, molte storie di questo genere vengono continuamente raccontate e diffuse ovunque. Bimbi lasciati tra i cassonetti ai margini delle carreggiate, nei centri commerciali, davanti agli ospedali o davanti ai cancelli di qualche abitazione. I dati di oggi evidenziano che circa 3 mila neonati vengono rifiutati dopo il parto e solo 400 di loro sopravvivono. Ma qualcuno agisce, effettivamente, per aiutare, e dare un supporto concreto a tutte queste donne colpite da questo senso di inadeguatezza?
Non si sono ancora viste molte iniziative che possano dare i giusti mezzi per sostenere sia economicamente e sia psicologicamente tutte le vittime di questo fenomeno. Sarebbe giusto creare e studiare un percorso che possa portare le madri, invece che al gesto estremo di abbandono, alla decisione di affido.
Una culla per la vita
Ma c’è, oggi, qualcuno che ha teso una mano. C’è, chi ha deciso di rispondere a quelle urla di aiuto che ogni madre fa nel momento in cui compie questo gesto. Si parla di un’iniziativa chiamata: “culla per la vita”. Che ha il potere di salvare la vita dei più piccoli lasciati per strada.
Ciò, è presente nella parrocchia San Pietro, nel centro storico di Trapani. Infatti, all’interno della chiesa hanno inserito, nella parete di una stanza, una culla dotata di uno sportello esterno. Lo sportello, infatti, permette di tenere l’anonimato per chi volesse lasciare il bambino. La culla, è dotata di un dispositivo con un sistema di allarme che scatta nel momento in cui lo sportello viene aperto e viene adagiato il neonato. Il sistema, permette, così, il pronto intervento per la salute del piccolo. Questo meraviglioso gesto, domenica 18 dicembre, è stato benedetto. La culla è stata consacrata dal vescovo Pietro Maria Fragnelli. “Dopo un confronto con il vescovo e con le autorità sanitarie -dice il parroco, don Giuseppe Bruccoleri- abbiamo deciso di realizzare questo dispositivo anche nella nostra comunità per offrire un ulteriore alternativa al gesto estremo di abbandono di bimbi appena nati”.
“La ruota degli esposti”
L’iniziativa, in realtà, è sempre esistita ma nel corso del XIX secolo è stata abolita per poi ricomparire anni dopo. Già all’epoca, in un particolare periodo, soprattutto a Milano, il fenomeno aveva avuto un grande incremento. Infatti, gli studi affermano che più del 30% dei “trovatelli”, in città, era stato abbandonato. Questo perchè le famiglie operaie non riuscivano ad assicurare un mantenimento. A quei tempi la “culla per la vita” aveva un altro nome. Era chiamata “la ruota degli esposti”. Con forma cilindrica, ruotava, ed era divisa in due parti: una esterna e una interna. Al posto del sistema di allarme, invece, era collocata vicino alla “ruota” una campanella che veniva suonata per avvertire la presenza del neonato. Si evidenzia tutto questo anche per sottolineare che il fenomeno è sempre esistito ma, adesso, sta ritornano in maniera più assidua.
Oggi, diverse parti d’Italia hanno aderito a questa iniziativa ma, attraverso questa storia, si spronano ancora più associazioni e comunità a prendere esempio, per contribuire, affinchè questo fenomeno possa man mano diminuire. E, affinchè, tutto ciò possa riottenere la giusta rilevanza per far comprendere alle madri di non essere sole.
Francesca Arichetta